L’importanza dell’educazione del consumatore
Hai mai provato a scegliere una tariffa energetica o capire se conviene installare i pannelli solari? Se ti senti perso, non sei solo.
Secondo l’Energy Information Administration, il 67% delle persone è sopraffatto dalle decisioni energetiche.
Ecco, questa non è solo una statistica: è la prova che c’è un mare di confusione in cui navighiamo tutti. Ma perché accade? Perché l’energia è un tema complesso, pieno di sigle (GSE, TEE, PNIEC…), normative e tecnologie che cambiano più veloci di un Reels su Instagram.
E qui entra in gioco l’educazione del consumatore.
Non si tratta di fare lezioni noiose, ma di trasformare il caos in chiarezza.
Pensa: se le aziende riescono a spiegare in modo semplice come risparmiare in bolletta o ridurre l’impatto ambientale, non solo aiutano le persone, ma si costruiscono un vantaggio competitivo pazzesco. Soprattutto sui social, dove passiamo 1-2 ore al giorno a scrollare.
Ma come si fa a educare senza annoiare? E soprattutto, come si crea un legame di fiducia?
Vediamo qualche strategia, errori da evitare e qualche insight che forse non ti aspetti.
Video content: perché dovresti smetterla di ignorarli
Ok, partiamo dai video. Lo so, lo so: “Eh, ma costano”, “Eh, ma serve un videomaker”. Ma ascolta questi numeri di Wyzowl:
- 96% delle persone ha guardato un video per capire un prodotto (tipo tutorial su YouTube per montare quella dannata scrivania IKEA).
- 88% è stato convinto all’acquisto proprio da un video.
- La retention delle info? 95% con i video vs 10% col testo
Praticamente, se non usi i video, stai lasciando soldi (e opportunità) sul tavolo. Ma non parliamo di video lunghi e pomposi: bastano 30 secondi su TikTok o un Reels che spiega in modo ironico come funziona un termostato smart. Esempio: un confronto tra “prima e dopo” l’efficientamento energetico in casa, con una testimonianza reale. O un tutorial veloce su come leggere la bolletta della luce senza avere un esaurimento nervoso.
E se pensi che i video siano solo per i giovani, ricorda che su Facebook gli over 55 sono tra i più attivi nel condividere contenuti educativi. *Insomma, non avere scuse.*
Blog e articoli approfonditi: il potere nascosto delle parole (sì, ancora nel 2025)
“Ma chi li legge più i blog?”. E invece, secondo Semrush, nel settore energetico gli articoli lunghi (1500+ parole) fanno miracoli:
- 3x più traffico organico
- 2x più tempo speso sulla pagina (immagina qualcuno che si legge tutto il tuo post mentre sorseggia un caffè)
- 4x più backlink (cioè, altri siti ti linkano = Google ti ama = più visibilità).
Il segreto? Non sono solo “testi lunghi”, ma contenuti che rispondono a dubbi specifici. Tipo:
- “Come funziona il bonus fotovoltaico nel 2025?”
- “10 errori che fanno salire la bolletta (e come evitarli)”
- “Guida pratica per scegliere una caldaia a condensazione”
Chiediti: Cosa cercano i miei clienti su Google?
Usa strumenti come AnswerThePublic o Ubersuggest per scoprire le domande reali delle persone.
Poi, scrivi come se stessi spiegando la cosa a un amico. Niente gergo tecnico, solo chiarezza.
Social Media: non è solo entertainment
Secondo Hootsuite, i contenuti educativi nel settore energetico ottengono:
- +60% engagement su Instagram Reels (video brevi, musica coinvolgente, dati in sovrimpressione)
- +45% condivisioni su LinkedIn (dove professionisti e aziende cercano info seria)
- +30% commenti su Facebook (perfetto per gruppi tematici o community locali).
Ma attenzione: non basta postare. Serve una strategia. Esempio:
- LinkedIn: webinar in diretta con esperti, infografiche su dati di mercato.
- Instagram: challenge (“Riduci il consumo energetico in 7 giorni”), storie interattive con quiz.
- TikTok: trend virali trasformati in pillole educative (es. “La bolletta in 15 secondi”).
E non dimenticare i caroselli: su Instagram e LinkedIn, sono perfetti per guide passo-passo.

Email Marketing: il canale sottovalutato che ti fa fare soldi
Le email sembrano vecchie scuola, ma Campaign Monitor rivela che nel settore energetico hanno:
- Tasso di apertura del 23% (soprattutto se usi subject line tipo “Come ho risparmiato €300/anno sulla bolletta”)
- CTR del 3.2% (se includi pulsanti chiari tipo “Scopri come fare”)
- ROI del 4200% (sì, hai letto bene: per ogni euro speso, ne guadagni 42).
Come sfruttarle al massimo quindi? Crea una serie di newsletter educative:
- “5 miti sull’energia rinnovabile che devi smettere di credere”
- “Come prepararsi all’inverno senza spendere un patrimonio”
- “Storie di clienti: da bollette folli a case super efficienti”
Inserisci call to action semplici: “Prenota una consulenza gratuita” o “Scarica la guida”. E se non sai da dove partire, *prova a chiedere al tuo commerciale quali dubbi sente più spesso dai clienti*.
Misurazione: come capire se stai educando o annoiando
Fare contenuti è bellissimo, ma come sai se funzionano? Monitora:
- Engagement rate: like, commenti, condivisioni. Se un post fa zero interazioni, forse era troppo tecnico.
- Tempo di permanenza sulle pagine: se leggono un blog post per 5 minuti, hai vinto.
- Tasso di conversione: quanti cliccano su “Contattaci” dopo aver visto un video?
- NPS (Net Promoter Score): i clienti educati ti consigliano di più?
Un esempio pratico: se un video sui pannelli solari ha un alto engagement ma pochi contatti, forse manca una call to action chiara. Se un articolo viene abbandonato dopo 30 secondi, probabilmente è troppo lungo o confusionario.
Errori comuni (e come evitarli)
- Troppa auto-promozione: la gente vuole imparare, non sentire quanto sei bravo. Regola 80/20: 80% contenuti educativi, 20% promo.
- Ignorare le domande reali: usa FAQ, sondaggi o chiedi direttamente al pubblico cosa gli interessa.
- Dimenticarsi del mobile: il 70% del traffico viene da smartphone. Assicurati che video, blog e email siano mobile-friendly.
Il futuro? Educazione + esperienza
Tra 2-5 anni, l’educazione non sarà solo contenuti, ma esperienze interattive:
- Simulatori online per calcolare il risparmio energetico.
- App con realtà aumentata per “vedere” come apparirebbe un impianto fotovoltaico sul tetto di casa.
- Chatbot che rispondono in tempo reale ai dubbi.
E tu, sei pronto a trasformare la complessità in valore?
Bonus:
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